Ma questa gatta si faceva notare. Mentre gli altri scappavano, lei ha iniziato a cercare il contatto e le coccole.
Pulita e dolcissima, impossibile non volerle bene e accarezzarla. E darle da mangiare.
Non sapendo il suo nome, ho ascoltato un pò le sue energie. Ed è uscito il nome Caterina.
E lei rispondeva a questo nome.
Qualche tempo dopo, vengo a sapere la sua storia. Abbandonata, ha il suo rifugio notturno dalla signora dei gatti. Quindi di giorno è libera di gironzolare, di sera viene richiamata per trascorrere la notte in un luogo sicuro, provvisto di cibo.
E scopro che anche la signora dei gatti le ha dato un nome: Milù. Naturalmente la gatta risponde anche a questo nome!
Ascoltando di nuovo le sue energie, mi piace continuare a chiamarla Caterina.
Poi quest'estate l'ho nuovamente incontrata. E appena mi ha vista, con mio stupore, si è ricordata di me e mi è venuta incontro a chiedere le coccole.
E pochi giorni dopo, vengo a scoprire che la mia amica la chiama Carolina. E naturalmente lei risponde anche a questo nome!!
Mi è venuto da sorridere, osservando il suo comportamento e pensando in parallelo a cosa accade al lato umano durante la realizzazione dell'anima. Riguarda l'identità del lato umano.
Che poi, dal punto di vista dell'anima, non è così importante.
L'anima esiste. E trae gioia dalla sua esistenza. Non ci sono attaccamenti di alcun tipo.
Per esempio, l'anima non ha sesso, non è né uomo né donna. Per avere una tale esperienza, ha bisogno di incarnarsi in un corpo maschile o femminile.
E poi ho ascoltato me stessa, i miei reami interiori e i miei aspetti. Ho notato come alcune cose sono state facili da lasciar andare, perché interiormente si percepiva già che non erano poi così importanti; altre hanno bisogno di qualche respiro in più per farle evaporizzare.
Così l'osservazione del comportamento della gatta che non si offende è un bel e semplice esempio di come attaccamento all'identità può essere lasciata andare. Indipendentemente dal nome, si riceve amore.